Orientoccidente, arrivato alla XIX edizione, è il festival delle culture musicali che si confrontano: memoria, tradizioni in movimento, innovazione creativa, orientato verso le musiche del mondo, contemporanea e d’autore, canzone popolare, contaminazioni. Evento multidisciplinare (musica, cinema, teatro) che si rivolge a differenti generazioni, proponendo appuntamenti popolari e nuovi linguaggi, nell’intreccio di discipline diverse. Un obiettivo è la diffusione territoriale, la valle del fiume Arno fra Firenze e Arezzo, un’area sub-urbana omogenea, fra presidi industriali e post-industriali e notevoli ricchezze storiche e ambientali: San Giovanni Valdarno, Terranuova Bracciolini, Pontassieve, Cavriglia, Reggello, Loro Ciuffenna, Bucine, Castelfranco Piandiscò.
La Programmazione di Musica Contemporanea e d’Autore per il 2024 è proiettata nella valorizzazione del territorio dove la Materiali Sonori, utilizzando al meglio proprio la sua dimensione internazionale, risiede: il Valdarno Fiorentino e Aretino, le belle piazze medioevali, gli angoli colmi di storia e gli antichi borghi, il senso di passato e di contemporaneo che il corso del fiume Arno può offrire nell’ambito di una cultura musicale nazionale proiettata verso il mondo.La scelta delle proposte musicali, che tende all’inserimento nell’intera filiera culturale, di formazione artistica e rivolta anche allo sviluppo turistico del proprio ambiente, avrà un’impostazione omogenea e confermerà il ruolo della Materiali Sonori come laboratorio musicale, come fulcro di una vasta rete di collaborazioni e connessioni, dalla propria zona di origine (tradizionalmente luogo di residenza di musicisti e operatori professionali e di talento) alla presenza nazionale e internazionale, frutto di una ricerca creativa sviluppata in oltre quarantacinque anni di attività.
La passione nasce dal basso. L’incontro e la successiva collaborazione tra Elena M. Rosa Lavita e Arlo Bigazzi, entrambi appassionati del basso elettrico e delle sue varianti, producono un risultato che è racchiuso negli otto brani proposti con "’altronde sono sempre gli altri" dove, tra i vari tipo di bassi suonati dai due, si trovano combinazioni di sonorità elaborate da effetti analogici e digitali, scatole di rumori, loop, suoni campionati e soprattutto approcci diversi all'improvvisazione: certe volte introspettiva ma casuale, altre istintiva ma organizzata e inserita nel disordine creativo.
Registrato nel corso del 2023, il disco è ispirato e costruito intorno alla casa in cui l’autore vive. Ogni canzone descrive un aspetto o un ambiente differente, fissando immagini sonore di alberi di limone, pietre, lampade di luna, teschi di gatti e maschere africane. Musicalmente predomina il suono della chitarra, che traccia melodie chiare e armonie nate per descrivere delle immagini nitide ed evocative. Tutti gli strumenti sono suonati e registrati dall’autore, a parte le batterie che sono a carico del batterista catalano Alex Carmona e registrate da Flavio Ferri. Quest’ultimo si è occupato anche del mix e del master del disco.Il 15 di dicembre è prevista l’uscita sulle piattaforme digitali del singolo “The Cat’s Skull” accompagnato da un video ed è il mese di gennaio 2024 che vedrà la pubblicazione dell’album in CD da parte di Materiali Sonori.
Il gruppo di lavoro, che intorno al musicista Arlo Bigazzi e all’attrice Chiara Cappelli ha lavorato allo spettacolo, ai video, al disco e al libro “Majakovskij!” (un progetto multimediale rinviato a quando l’emergenza si placherà o meglio finirà del tutto), ha sfruttato questa specie di arresti domiciliari autogestiti per sviluppare un nuovo lavoro: brani inediti come voci e suoni che provengono dalla vita reale, ma vengono filtrate dalle parole incontrate sui social. Tracce che fotografano le nostre anime in questo stato di emergenza e smarrimento generale.
\"Solitarie Comunanze Digitali – voci dalla rete” sono frammenti di musica che accompagnano frammenti di letteratura, inseriti in frammenti visuali.
Il 2019 è stato l’anno del centenario della nascita di Fausto Coppi, il più grande ciclista di sempre e un simbolo per l’Italia del Novecento (un mito che rimane intatto ancora oggi) e il 2 gennaio 2020 sono passati sessant’anni dalla sua tragica morte. Sono anniversari che hanno portato Giampiero e Arlo Bigazzi a “recuperare” la registrazione della musica di una leggendaria performance multimediale che si tenne, un unica volta, nel giugno del 1989 al Museo Pecci di Prato in occasione dell’arrivo di una tappa del Giro d’Italia.
Con musicisti di Novalia, Cudù, Nazca, Naif Orchestra e Luc Van Lieshout di Tuxedomoon. Musiche di Paolo Lotti, Arlo Bigazzi. Giampiero Bigazzi.
Un nuovo progetto per il trio formato da Nando Citarella, Stefano Saletti, Pejman Tadayon che ruota attorno al concetto della taverna intesa come luogo d’incontro, di convivialità, di scambio di esperienze ed emozioni. Un lavoro diviso simmetricamente in due parti: sei brani originali che costituiscono un ponte sonoro tra passato e presente, tra musica medievale e popolare, tra Oriente e Occidente; altri brani che riportano all’origine lo spirito di mosaico multilingue e multiculturale che animava i racconti e le storie narrate nel Codex Buranus, successivamente Carmina Burana. La tammorra risuona su un bouzouki greco, il saz, il setar e l’oud accompagnano il marranzano e il canto a tenore. Incontri, suoni e aromi sulle sponde del Mediterraneo.
Dall’occhio xilografico di Luca Brandi piovono codici di possibili universi narrativi. Uno di qauesti è composto anche da suoni e quindi nasce l’idea di realizzare questa colonna sonora, che pur potendo avere vita a sé stante, accompagna le immagini realizzate da Luca per il suo wordless novel “Tribae–The Cascade”. Arlo, in questo progetto, ha poi coinvolto il Tuxedomoon Blaine L. Reininger e Pier Luigi Andreoni, tre quarti di Keen-O. Al trio originale si è poi aggiunto il trombettista Mirio Cosottini, aprendo così orizzonti più ampi: ambient ed elettronica con richiami jazz, musica contemporanea e art-rock.