18 gennaio 2019

a proposito di IMMERGE SAN FREDIANO [Pierfrancesco Bigazzi] [Giampiero Bigazzi]

Immerge San Frediano è un progetto della Materiali Sonori che si avvale della collaborazione di Consiglio del Quartiere 1 - Centro Storico di Firenze, Biblioteca Thouar, Libreria Indipendente Tatatà, Associazione Amici del Nidiaci, Scuola Calcio Lebowski, Bianchi del Calcio Storico di Santo Spirito, Associazione Navicellai, Torrino Santa Rosa, Teatro del Cestello, libreria Black Spring, e molti esercenti della zona. Il coordinamento è di Matteo Laguni e Pierfrancesco Bigazzi e dello staff di Associazione Culturale Immerge, Black Oaks Pictures, Materiali Sonori Pictures, con il sostegno del MiBAC e di SIAE, nell’ambito dell'iniziativa “Sillumina - Copia privata per i giovani, per la cultura”.

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IMMERGE SAN FREDIANO
Un concerto di iummagini e individualità per raccontare San Frediano da diversi autori


Spinti dalla voglia di condividere la nostra passione del “fare cinema”, abbiamo deciso di creare, a Firenze, una residenza artistica che potesse ospitare alcuni giovani registi e condividere un loro originale progetto cinematografico. Una residenza che potesse dare l’occasione di produrre un vero e proprio cortometraggio.
Abbiamo voluto offrire un’occasione che possiamo trovare in pochi, pochissimi, workshop o stage o residenze: essere autori e registi e avere la possibilità di una piccola troupe e una piccola produzione da gestire. Lavorare a pieno per due settimane su un idea, svilupparla, strutturarla e realizzarla, immergendosi totalmente nel progetto.
Oggi non è affatto semplice poter realizzare un cortometraggio con una certa professionalità e trovare una produzione che te lo gestisca. Di solito devi finanziarlo con i propri risparmi. I “bandi” che ogni tanto vengono pubblicati da varie istituzioni, hanno un lavoro dietro che molte volte un giovane regista non riesce a gestire e quindi concludere. Avere quindi la possibilità di poter lavorare su un pur piccolo ma buon set, è un’occasione che non capita spesso. E quindi poter cimentarsi nella regia a tutti gli effetti e avere, a conclusione della residenza, un prodotto che può servire ad aprire altre porte, è stata la nostra finalità quando abbiamo pensato a “Immerge San Frediano”.
La “missione” era raccontare uno dei quartieri più popolari e creativi di Firenze, le sue tradizioni e le sue attuali contraddizioni. La sua storia e l’oggi. La proposta è stata rivolta a tutti gli artisti under 35 disposti a partecipare e a vivere una parte di Firenze dopo essersi documentati e aver immaginato un lavoro cinematografico ispirato al quartiere. Dalle diverse domande di partecipazione arrivate, sono stati selezionati Christian Velcich, Beatrice Baldacci, Sara Zunino, Mehdi Ben Temime. Giovani artisti provenienti da diverse parti d’Italia che hanno vissuto fra settembre e ottobre del 2018 in San Frediano e, accompagnati dagli ideatori, hanno intervistato gli abitanti, si sono fatti raccontare le loro storie come testimonianze contemporanee. Si sono calati nell'atmosfera dell'Oltrarno fiorentino per poi provare a documentarla nei propri lavori, partendo dalle voci del quartiere, ma anche facendosi trascinare dalle proprie sensazioni, in un contesto particolare ma rivolto al mondo.
Come organizzatori abbiamo cercato fin da subito di instaurare un buon rapporto con i quattro selezionati e metterli a loro agio. Il tempo che hanno avuto per poter realizzare il proprio progetto non era molto e quindi abbiamo pensato di accoglierli subito con lo spirito giusto per poter lavorare con fiducia e amalgamazione.
I giovani registi hanno potuto confrontarsi con il luogo e le persone che ci abitano. Hanno avuto la possibilità di avere un confronto sempre vivo con alcuni membri dello staff che hanno sostenuto la residenza come tutor. Interagire, parlare, discutere, capire e modificare le proprie idee e sensazioni, condividendo con ragazzi più o meno della stessa età: questa è stata l’idea. Il gruppo di lavoro era composto da persone del settore, già con una buona esperienza, ma non dovevano avere la presunzione di insegnare niente. L’obbiettivo, raggiunto, è stato crescere insieme. Testimonial del progetto Immerge è stato il regista e attore toscano Alessandro Benvenuti che ha più volte affermato quanto importante rivolgersi e sollecitare giovani filmmaker: “ed è anche importante farlo nel quartiere di San Frediano, un luogo ancora oggi vitale per Firenze”.
Infatti quale miglior location di San Frediano, un quartiere (anzi un “rione”) di Firenze pieno di umanità e di storie? Un pezzo di città che ci ha accolto benissimo e ci ha dato un aiuto importante per poter mettere a proprio agio l’artista, dal mangiare, all’ospitalità, al raccontarci la propria vita, allo stare ad ascoltare. Abbiamo avuto il piacere di avere alcuni “ciceroni” che ci hanno trasportato in quel mondo, che ci hanno guidato per le vie del “borgo”, permettendoci di conoscere ambienti differenti, ma anche sentimenti e frammenti di vita comuni.
Siamo contenti dei quattro cortometraggi che sono stati realizzati. La scelta dei registi è stata proficua, bravissimi nel loro lavoro, nel cogliere quella che è la peculiarità del quartiere. Con tutte le difficoltà del caso, sono riusciti a raccontare – con qualità tecnica e soprattutto narrativa - piccole grandi storie che hanno offerto belle emozioni.

Pierfrancesco Bigazzi

[ da DIARI DI CINECLUB N. 68 . 2 gennaio 2019 ] - www.cineclubroma.it

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IMERGERSI IN SAN FREDIANO

Il concepimento del progetto è stato semplice ed efficace nella sua semplicità. Una città vasta, una metropoli, un quartiere ben individuato, uno dei pochi a mantenere ancora oggi una sua certa peculiarità. La città è Firenze, il quartiere è San Frediano.
Più complicata la sua realizzazione: raccontare questa zona attraverso quattro cortometraggi come momento creativo e finale di altrettante residenze artistiche dedicate al fare cinema. Giovani registi e autori si sono calati nell'atmosfera di questo pezzo dell'Oltrarno fiorentino e hanno provato a documentarlo con la realizzazione di short movie, partendo dalle voci del quartiere ma anche facendosi ispirare dalle loro personali sensazioni.
San Frediano, al di là della movida estiva (ammiccante ma non sempre gradita dagli abitanti) e dell’essere individuato anche dalla stampa internazionale come “quartiere cool”, appartiene all’immaginario collettivo non solo dei fiorentini, ma anche di chi ci passa con la velocità dei turisti di oggi (che son cosa diversa dai “viaggiatori” di ieri) o di chi ha letto Vasco Pratolini. E’ un’immagine che spesso non corrisponde alle forti contraddizioni di oggi, al cambio di popolo avvenuto negli anni con una curiosa emigrazione verso zone ritenute più confortevoli, ai cambiamenti incontrollabili tipici della nostra epoca.
Mi viene detto: “una volta le città erano divise in quadratini, quando bastava voltare un angolo e sentirsi in un’altra città”. C’era una divisione di strade e isolati tanto che alcune zone sembravano dei veri e propri paesi autonomi (“qui il quartiere è Santo Spirito, il rione è San Frediano”). Non a caso la via più emblematica che l’attraversa si chiama “borgo”.
Il progetto di residenze e di produzione dei brevi documentari hanno preso il nome emblematico di “Immerge” e la proposta è stata rivolta a tutti gli artisti under 35 disposti a partecipare e a vivere una parte di Firenze dopo essersi documentati e aver immaginato un lavoro cinematografico ispirato al quartiere. Da tutte le domande di partecipazione arrivate, sono stati selezionati Christian Velcich, Beatrice Baldacci, Sara Zunino, Mehdi Ben Temime. Provenienti da diverse parti d’Italia, hanno vissuto fra settembre e ottobre in San Frediano e, accompagnati dagli ideatori (giovani anch’essi ma già con eccellenti esperienze di cineasti), hanno intervistato gli abitanti si sono fatti raccontare le loro storie, testimonianze contemporanee per un’identità decisamente aperta al mondo.
Matteo Laguni e Pierfrancesco Bigazzi, coordinatori del progetto, hanno raccontato come “creatività e coraggio sono stati necessari per calarsi in un contesto sconosciuto, ma gli artisti sono stati coinvolti oltre ogni aspettativa, soprattutto grazie alla disponibilità degli abitanti del quartiere. Le loro testimonianze sono state determinanti per plasmare i vari progetti e trasmettere l'identità di questo pezzo di città. Gli artisti non fiorentini hanno letteralmente scoperto San Frediano, dalla rificolona alle proiezioni in piazza del Carmine. Le residenze artistiche sono state la prova evidente di come cultura, arte e socialità siano il modo migliore per tenere vivi e sicuri gli spazi, senza trasformarli necessariamente in luoghi di consumo”.
Come ha scritto Alessandro Bezzi,“associazioni, abitanti ed esercenti si sono presto abituati alla piccola troupe che attraversava le vie meno battute del quartiere, contribuendo a tenerle vive nella quotidianità”.
Il risultato, cioè i quattro cortometraggi, sono stati presentati pubblicamente e quindi idealmente consegnati al quartiere. Ma il progetto non si ferma qui e ci sono in atto contatti con il Comune di Firenze. In fondo, questo tipo di residenze artistiche dimostra che può essere “replicata in altri contesti e imitata per raccontare altri quartieri, altre città e altri pezzi di memoria viva che rischiamo ogni giorno di perdere”.

Giampiero Bigazzi

[ da CULTURA COMMESTIBILE - n. 291 . 12 gennaio 2019 ] - www.maschiettoeditore.com/wordpress/archivio-pdf/



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